Ieri il Ddl Zan è stato fermato dal voto al Senato.

Fermato come accade alle leggi che chiedono un’estensione dei diritti e delle tutele a persone a rischio.

Fermato come accade a quelle norme che intaccano il privilegio di pochi – uomini cisgender bianchi e abili – a scapito del disagio di tante e tanti.

Fermato come accade negli ingranaggi parlamentari attraverso il voto nel segreto di un’urna sorda alle tante piazze colorate del Paese.

Fermato come accade alle norme che sanciscono l’intangibilità della scelta su come abitare il proprio corpo.

Fermato come mai dovrebbe accadere in un Paese democratico e civile.