Il corpo femminile come strumento di lotta politica: dal 13 al 15 ottobre la mostra 'Figurazioni, Re-incarnazioni'
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Centro documentazione delle donne
Via del Piombo 5 - Bologna
Dal 13 al 15 ottobre l’associazione Orlando ospita ‘Figurazioni, Re-incarnazioni’, la mostra sul corpo femminile come strumento di lotta politica. Una rassegna di video di artiste e attiviste che prende ispirazione dai corpi delle donne che entrano nel campo di battaglia. Verranno proiettati i video di Shiva Namvar (“Una danza per Sahar”), un’attrice di origine iraniane residente a Bologna, e di Ivana Nikolić ( ‘Resistenza Romaní’), un’artista dei diritti umani che ha realizzato un cortometraggio sullo sterminio del popolo rom a cui appartiene, da parte delle forze del nazifascismo.
Venerdì 13/10 dalle 18 alle 20 PRESENTAZIONE DELLA MOSTRA CON L’ARTISTA SHIVA NAMVAR, A CURA DI GIULIA DE PONTE E MILENA SCHIAVINA + APERITIVO.
Dalla ‘Naked Athena di Portland’, alla campagna online ‘#DoNotTouchMyClothes’ della diaspora afghana, alle immagini-icona provenienti da un Iran infuocato dalle proteste per la morte di Jinna Emini, grazie ai social, il nostro immaginario degli ultimi anni è stato pervaso da corpi femminili situati in uno spazio di resistenza, di protesta, in cui la loro azione o semplice presenza si sono configurate come l’apice di momenti di tensione. Jen, altrimenti conosciuta come ‘Naked Athena‘, è scesa in piazza la notte del 18 luglio del 2020, frapponendosi fra i manifestanti e la polizia in tenuta anti-sommossa durante le proteste per la morte di George Floyd con un’unica arma: la potente vulnerabilità del suo corpo nudo, l’egida che è riuscita a pietrificare spettatori e punitori, anche solo per un’istante.
Nel 2021, la professoressa di storia Bahar Jahali è riuscita a dare vita, con una semplice immagine di sé stessa vestita in abiti tradizionali afghani, a un movimento online che vedeva le donne della diaspora afghana contrapporre all’iconologia nera e intrappolata del corpo e dell’esistenza femminile, propagandata dai talebani, quella di corpi allegri e colorati come vera immagine dell’Afghanistan e delle
sue donne, come forma di un dissenso e di una resistenza che sono ancora forti nelle donne afghane.
La morte di Jinna Emini avvenuta in custodia delle autorità iraniane nel settembre 2022 ha scatenato una rivoluzione nazionale che è stata definita come un’insurrezione femminista di corpi e figure: ogni giorno, da ogni nuova protesta, sorgevano immagini-icone di donne che si tagliavano i capelli in solidarietà con Jinna, che rimuovevano il velo e lo gettavano al vento o gli davano fuoco mentre ballavano e danzavano. Questi stessi corpi carichi di storia che davano alla luce attraverso la propria performance il desiderio di libertà erano il veicolo attraverso cui la rivoluzione si infuocava e si diffondeva.Corpi politici, dunque, che diffondendosi a macchia d’olio per il web, saturavano pian piano i nostri sguardi e, in automatico, le nostre menti.
Cosa vuol dire, per una donna, abitare lo spazio della protesta con il proprio corpo? Le azioni, le performance che ne derivano dove si posizionano all’interno del nostro immaginario politico e non? Quali sono i pensieri, le ambizioni e le aspettative di unә soggettә femminilә che utilizza il proprio corpo e l’immagine di quest’ultimo all’interno di una lotta politica? Dove rientrano questi corpi all’interno della lotta femminista? Dove risiedeva la forza in quelle immagini? Che cosa è in grado di fare un’immagine?
Da queste domande è nata la collaborazione di Orlando per la realizzazione di ‘Figurazioni Re-incarnazioni’, con artiste e attiviste presenti sul territorio italiano, i cui lavori si configurano come performance in cui il corpo è oggetto di impegno politico.